Abete di Natale Non è passato moltissimo tempo da quando abbiamo festeggiato il Natale, “sotto l’albero”. E l’albero per antonomasia è l’abete, impiegato per la prima volta come simbolo natalizio solo dal 1605. Viene da secoli decorato con cibo, luci e piccoli oggetti in segno propiziatorio. Un ceppo di abete veniva bruciato nei camini per accogliere la venuta del Figlio di Dio, tenendolo acceso e “vivo” il più a lungo possibile. Da sempre è associato ai valori della longevità, della gioia, della famiglia (e, in quanto conifera, allude nella simbologia cristiana alla resurrezione).
Inoltre l’abete era considerato la pianta delle nascite, che si trasportava durante le cerimonie dionisiache (un ramo d’abete circondato da una foglia di edera). I druidi gli riconoscevano delle proprietà di lunga vita, in quanto sempre verde.
Se risaliamo indietro nel tempo, l’abete è legato al mito greco di Cenis, ninfa amata da Poseidone. Alle offerte del dio, la ninfa rispose con il desiderio di essere trasformata in un uomo invulnerabile: divenne così Ceneo, imbattibile guerriero e re dei Lapiti. Preso da superbia, piantò la sua lancia in legno d’abete al centro della piazza cittadina, obbligando i sudditi a tributarle sacrifici. Zeus volle punire tanta ubris e mandò i Centauri ad uccidere Ceneo, piantandolo al suolo come un albero e percuotendolo a morte con tronchi di abete. Nonostante tutto, e proprio per la sua invulnerabilità, Ceneo sembrò inizialmente avere la meglio, per poi però finire sotterrato dai colpi e soccombere. Ovidio racconta nelle “Metamorfosi” che fu visto un uccello fulvo volare via dalla pira del funerale: l’anima di Cenis, il cui corpo, nel momento della morte, aveva ripreso sembianze femminili.
Pingback: Come far crescere felice il vostro Albero di Natale | Fito