Meravigliosi giardini: il Giardino dei Tarocchi di Capalbio

Oggi il nostro viaggio alla scoperta dei più bei giardini del mondo ci porta in Toscana, alla scoperta di un giardino nel quale la natura si fonde con l’arte, mostrando come l’incontro fra la genialità dell’uomo e l’imprevedibilità della natura possa dare vita a un’affascinante meraviglia ibrida.

Prende ispirazione dal Parc Güell di Barcellona, realizzato dal visionario Antoni Gaudí, e dal Parco dei Mostri di Bomarzo (di cui vi abbiamo parlato in un altro post di questa rubrica) il Giardino dei Tarocchi di Capalbio, in provincia di Grosseto.

Foto di Gianluca Colombi
La papessa e L’Imperatrice – Foto di Gianluca Colombi

Questo parco, colorato e fiabesco, è stato ideato e creato dall’eclettica artista Niki de Saint Phalle che intendeva dare forma, in Toscana, alla propria visione magica e spirituale della vita.

 

I lavori ebbero inizio nel 1979 e si concretizzarono nella realizzazione di ventidue maestose strutture in acciaio e cemento armato, ricoperte da suggestivi mosaici di vetri, ceramiche e specchi. La realizzazione delle opere coinvolse l’artista e una vasta cerchia di collaboratori fino al 1996.

 

Le opere che con i loro colori vivaci abitano il giardino sono ispirate ai maggiori arcani dei Tarocchi, e attorno ad esse si sviluppa un vasto bacino di significati simbolici ed esoterici.

 

Il giardino è vasto due ettari, e molte delle sculture che vi sorgono sono abitabili. Il cemento delle strade, che seguono fedelmente la conformazione naturale dell’area, è segnato dalle incisioni di pensieri, appunti, memorie, numeri, citazioni e disegni lasciati da Niki de Saint Phalle.

 

Le prime due opere nelle quali ci si imbatte rappresentano i tarocchi del Mago e della Papessa. Quest’ultima è una chiara rievocazione dell’orco di Bomarzo. Dalla sua bocca compare una scalinata, sulla quale sgorga un torrente d’acqua che sfocia nel laghetto sottostante, dentro al quale gira la “Ruota della Fortuna”, una delle strutture meccaniche realizzate dal marito dell’artista, Jean Tinguely.

 

DSCN1198Particolarmente suggestiva anche la struttura realizzata per rappresentare l’Appeso (foto dell’interno di Ginevra Pressenda). Questa scultura ospita sulla propria superficie diversi serpenti e diversi disegni e iscrizioni della coppia d’artisti. In quest’opera, la figura rovesciata dell’appeso, sembrerebbe rappresentare la possibilità di osservare la realtà da prospettive differenti.
Imponente è la scultura dall’abito bianco e nero e con la bilancia appoggiata sui seni che ricorda le veneri paleolitiche e rappresenta la giustizia. Oltre il cancello presente nella struttura, chiuso con un lucchetto, troviamo un meccanismo sinistro di Jean Tinguely che rappresenta l’ingiustizia.

 

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Complesso de l’Imperatore – Foto di Francesca Turchi

È raffigurato in maniera molto particolare l’eremita. La scultura che lo rappresenta è totalmente ricoperta di specchi ed è aperta su un lato. La struttura che raffigura l’Imperatore è quella nella quale troviamo i riferimenti più espliciti all’opera di Gaudì. Al centro del cortile del castello dell’imperatore è presente una vasca nella quale quattro felici nanas fanno il bagno spruzzando schizzi d’acqua dai seni.

 

Sul retro si estende una torre ricoperta di specchi che rappresenta le costruzioni mentali che non poggiano su basi solide e la cui punta è decapitata da uno dei meccanismi di Tinguely.

 

La Temperanza - Foto di Gianluca ColombiLa Temperanza (rappresentata nella foto di Foto di Gianluca Colombi) è rappresentata da un piccolo santuario igloo dedicato alla memoria di Tinguely e Riccardo Menon, all’interno del quale vi sono fotografie dei defunti e la rappresentazione di una Madonna Nera.
L’Imperatrice ha la forma di una sfinge e la creatrice del giardino vi abitò per molto tempo. La scultura rappresenta l’archetipo della grande madre, non ha angoli ed è adibita ad abitazione. All’interno di un seno vi è una camera da letto, all’interno dell’altro una cucina, e lo spazio centrale è adibito a studio e soggiorno.

 

Un ultimo settore del giardino è “abitato” dalle sculture che rappresentano la Morte, dorata e al galoppo di un cavallo blu stellato, il coloratissimo e androgino Diavolo, il Matto che simboleggia il caos, lo spirito e l’entusiasmo e il Mondo, rappresentato da una sfera che ruota a intervalli irregolari ed è stretta da un serpente e sovrastata da una donna a braccia aperte.

 

In definitiva quello di Capalbio è un giardino dal fascino mistico, nel quale l’esuberanza delle opere e la profondità dei significati che evocano si fondono in un meraviglioso micromondo totalmente immerso nel verde.

 

Il Giardino dei Tarocchi

Loc. Garavicchio, 58011 Capalbio Grosseto

Tel. 0564 895122

Fax 0564 895700

Sito internet www.giardinodeitarocchi.it

Apertura: da maggio a ottobre 14.30 / 19.30.
Da novembre ad aprile il parco rimane chiuso ma si accetta la visita su prenotazione di gruppi di almeno 15 persone con biglietto ridotto.
Chiuso la domenica e i festivi.

Ingresso: Intero – 10,50€ | Ridotto per ragazzi dai studenti dai  – 6,00€ | Gratuito per bambini sotto ai 7 anni e persone disabili.

Tags: giardini, Toscana

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