La bioluminescenza delle lucciole in corteggiamento rimane una delle suggestioni più romantiche della prima estate.
L’emissione di luce delle lucciole è prodotta da un enzima catalitico, la luciferasi, dal colore freddo e intenso. Nella notte dei boschi e dei prati creano immagini difficilmente dimenticabili, a cui dedichiamo una gallery di fotografie di Hiramatsu Tsuneaki per festeggiare l’inizio del mese.
Fonte: Hiramatsu Tsuneaki
Ad esse ha dedicato una poesia Marino Moretti, e le definisce “le fate di giugno”.
Lucciole (Marino Moretti)
Vanno, vanno col loro
lumino mezzo verde,
come in soffio d’oro…
«Lucciola, lucciola, vien da me!».
Oh, non aprire il pugno
per afferrarle… Guai!
Esse, bimbo, non sai?
son le fate di giugno…
«Lucciola, lucciola, vien da me!».
Bimbo, che ne faresti
d’un lumino cosi
lieve? Immagino, sì,
che me lo spegneresti…
«Lucciola, lucciola, vien da me!».
Lucciole! Col lumino
loro, il lumino verde,
a qualcun che si perde
ti insegnano il cammino:
sono le nostre stelle,
le stelle della Terra,
o tu che ami la guerra,
fanciulletto ribelle.
«Lucciola, lucciola, vien da me!».