A inizio giugno fioriscono alcune varietà del gelsomino (Jasminum): profumata pianta che abbellisce molti dei nostri giardini. Simbolo del femminile, è cantato in una delle poesie più celebri e conturbanti di Pascoli (“E s’aprono i fiori notturni / nell’ora che penso a’ miei cari”).
I suoi petali – che si aprono durante la notte – racchiudono una lontana leggenda orientale.
Si narra che Kitza, la madre di tutte le stelle, nel suo palazzo stava tessendo gli abiti d’oro per i suoi figli astri quand’ecco che si presentarono a lei un gruppo di piccole stelle, lamentando l’insufficiente bellezza delle loro vesti.
Le rimostranze furono interrotte dall’arrivo di Micar, il re degli spazi, che si indignò molto nel conoscere il motivo di tutto quello strepito. Per punizione cacciò le stelle dal firmamento, lacerando loro gli abiti e gettandole nella terra e nel fango. La madre Kitza si disperò, soffrendo per l’umiliazione delle figlie, condannate ad essere calpestate dagli uomini.
Ma la signora dei giardini Bersto ebbe pietà e trasformò le stelline in piccoli fiori profumatissimi, che mantennero la forma stellata a cinque petali e il biancore luminoso della forma originaria.
Nell’antichità la forma pentacolare era associata alla simbologia esoterica. Il numero cinque è infatti rappresentativo della Grande Madre: Afrodite per i greci, Ishtar per i babilonesi, Turan per gli etruschi, ecc. Secondo la credenza, un suo amuleto proteggeva dagli spiriti cattivi. Noi potremmo metterci un fragrante gelsomino all’occhiello…