Chi ha studiato comunicazione lo sa bene: è impossibile non comunicare. Ogni nostra azione porta con sé un messaggio, anche quando non siamo totalmente consci di volerlo trasmettere. Se ciò è vero, lo è altrettanto il fatto che non è necessario compiere azioni “rumorose” per condividere col mondo un’idea.
Nasce su queste basi il guerrilla gardening: una forma di azione non violenta utilizzata da attivisti di tutto il mondo per protestare o sensibilizzare la comunità sulle tematiche che intendono diffondere.
Il guerrilla gardening consiste nel prendersi cura, in segreto (solitamente queste azioni vengono messe in atto di notte) di un pezzo di terra abbandonato per coltivarlo. Solitamente queste pratiche vengono portate avanti per sensibilizzare le amministrazioni e la cittadinanza sul possibile uso virtuoso degli spazi verdi delle città.
Pur perseguendo, nella maggior parte dei casi, delle cause nobili, il guerrilla gardening è spesso criticato dalle amministrazioni: la scelta del tipo di piante da coltivare in spazi pubblici è infatti un’operazione che richiede una competenza specifica nel campo del giardinaggio e dell’urbanistica. Sono tanti, infatti, gli aspetti da tenere in considerazione: bisogna evitare il proliferare di specie dai pollini allergizzanti o che attirano insetti dannosi ad altri elementi del contesto nel quale la coltivazione va a inserirsi.
Per questo, in contesti in cui le amministrazioni locali si dimostrano aperte a un intervento diretto dei cittadini, è conveniente mettere a disposizione della comunità la propria passione e competenza in concerto con gli enti preposti: in ogni caso prendersi a cuore gli spazi verdi delle nostre città è un ottimo modo per unire una passione a un interesse comune!